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Quale auto comprano gli italiani? AMF

Come va, come va? Tutto ok, tutto ok! cantavano molti anni fa alla kermesse canora di Sanremo ma li si trattava di canzonette e di facili sentimentalismi mentre qui stiamo parlando di qualcosa di molto concreto, del nostro mercato dei motori, quello che riguarda l'automobile, almeno. Un mercato che muove interessi importantissimi e intorno al quale l'economia del Paese si basa in modo pesante e prepotente: basti pensare a tutti gli introiti che lo Stato riceve ogni anno da questo nostro mondo tra tasse varie, IVA, imposte esplicite e nascoste per non parlare delle accise sui carburanti. E allora parliamo proprio di questo argomento, i carburanti, e l'andamento rilevato dall'osservatorio UNRAE* relativi ai modelli venduti in base al tipo di alimentazione.

Dai social fino alle chiacchiere da bar tutti gridano al miracolo dell'alimentazione ibrida o elettrica pura come se fosse una realtà che sposta davvero lo stato delle cose. Tutto resta come al solito e, anzi, c'è una leggera tendenza nelle vendite delle auto alimentate con il carburante più amato dagli italiani: il gasolio. Se pensiamo che in Paesi come l'Olanda dal 2025 non saranno più disponibili i carburanti di natura fossile, leggi appunto benzina e diesel, da noi, a otto anni da quella data, sembra restare tutto nella norma. Su 1.825.835 auto immatricolate nel 2016 in Italia, il 57,2% aveva un motore a gasolio. Come si evince dal grafico seguente, negli ultimi sei anni c'è stato uno strapotere di questa tipologia di motore, per tutta una serie di motivi che vanno dalle grandi prestazioni alla grande affidabilità che ormai contraddistinguono i motori diesel fino alla scelta degli acquirenti, oggi spesso identificabili come le grandi compagnie di noleggio a lungo termine che forniscono le flotte aziendali ma, sempre più spesso, anche i professionisti e le piccole imprese.

Le automobili alimentate a benzina si fermano a poco più del 32% mentre tutto il resto si divide il 10 % rimanente. Grazie anche alle recenti restrizioni per i motori bifuel o dualfuel, alimentati a GPL o Metano, che ne vietano la libera circolazione nelle aree urbane più centrali (come la famigerata Area C del capoluogo lombardo) non rientrano più nella scelta dei nuovi acquirenti. Il trend del GPL è in caduta libera come si può vedere, a partire dal 2012 quando aveva preso da solo quasi il 10% del mercato: oggi si attesta a poco più della metà con una previsione ancora meno rosea per gli anni a venire.

Si parla tanto di ibride. Dallo 0,2% del 2011 siamo adesso a un ricco 2,1% sul totale mentre l'elettrico puro, vuoi per i costi elevatissimi dei modelli in commercio vuoi per le ancora notevoli limitazioni, ha dei numeri ancora nella seconda colonna dei decimali, riconducibili spesso alla ristretta nicchia dei facoltosi possessori di auto come Tesla (che magari in garage hanno anche qualche supercar...); certo, statisticamente le vetture ibride sono cresciute del 24% circa e, detta così, sembra che il mercato stia andando in qiuella direzione anche se i fatti confermano proprio il contrario.

La linea di tendenza evidenziata solo sulla barra dei motori diesel dice che questi aumenteranno ancora nel 2017 quindi non ci resta che stare alla finestra e aspettare di vedere che cosa ci riserva il futuro prossimo.
Nel frattempo un paio di considerazioni che l'osservatorio europeo sui costi di gestione dell'auto ha rilavato per l'anno che si è appena concluso:

  1. la seconda nazione dove il costo annuo per mantenere l'auto è il più elevato è l'Italia. Ci batte solo la Norvegia.
  2. la nazione dove costa di più fare il pieno è (guarda caso) proprio l'Italia.

Due bei piazzamenti, niente da dire, complimenti a chi quotidianamente stramaledice le auto che, tuttavia, rappresentano una bella fonte di reddito per il nostro stato canaglia: l'IVA sulle sole automobili, nel 2016, è valsa qualcosa come 6,72 miliardi di Euro.

"6,72 miliardi di Euro l'IVA incassata sulla vendita delle automobili nel 2016"

Che dire? Un bel gruzzoletto. E non stiamo parlando, appunto, di quanto rende la vendita dei carburanti, quanto paghiamo in bolli, assicurazioni e tasse sulle immatricolazioni, revisioni e così via.

Un ultimo dato: lo scorso anno le autovetture del comparto UNRAE sono ste ben il 70,8% del totale di autovetture immatricolate (quindi 1.575.6113 sul totale), con un incremento del 16% rispetto al 2015, a significare che l'italiano ama comperare vetture prodotte all'estero, preferendole di gran lunga a quelle costruite in Patria. Ci sarà un perché? Se tralasciamo le supercar restano marchi come Fiat, Alfa e Lancia a contendersi il mercato, spesso con vetture di qualità perfida e di appeal ancora inferiore. Ma di questo pare non accorgersene nessuno e si va avanti a colpi di offerte e ribassi per mantenere una quota di mercato che si sta erodendo sempre di più.

 

*UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) è l’Associazione delle Case automobilistiche estere che operano in Italia nella distribuzione e commercializzazione di autovetture, veicoli commerciali e industriali, bus, caravan e autocaravan con le relative reti di assistenza tecnica e di ricambi originali.