MV Agusta Superveloce 1000 Serie Oro
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Crediamo che due dati secchi possano bastare a definire questo progetto di MV Agusta: produzione limitata a soli 500 esemplari e un prezzo di listino da 70.700 euro. Potremmo finire qui, aggiungendo solo le fotografie a corredo dell'articolo.
All'inizio dell'estate è stata presentata questa versione della Superveloce che ricalca e ricorda alcune moto storiche della casa varesina: dalle 500 campioni del mondo con Giacomo Agostini fino alle più recenti F4 750 super performanti che hanno, di fatto, rilanciato il marchio MV.
Una storia che si ripercorre in uno sguardo.
Certo non è una moto per tutti, a prescindere dal costo d'acquisto, perché si tratta di una mille con 208 cavalli da gestire e una forma che non passa proprio inosservata, a partire proprio da quel faro unico e centrale – anteriore e posteriore – stile anni '70 che tanto ne caratterizza la forma e l'aspetto generale.

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Un tempo non c'erano che le "emmevu" a far sognare i ragazzi e non solo: la vittorie nei campionati del mondo e la bellezza delle moto di Schiranna facevano partire l'immaginario collettivo maschile. Poi, è noto, il marchio quasi scompare, viene comprato e venduto fino a quando, poco più di tre decenni fa, rinasce e ricomincia a creare moto particolari in piccola serie.

Come capita spesso questi modelli sono affascinanti e potenti, al punto di attirare l'attenzione di un pubblico attento e particolare, quel tipo di pubblico "premium" che non guarda al prezzo ma alla sostanza. Purtroppo la produzione limitata porta anche a tanti piccoli problemi di affidabilità che relegano spesso queste moto in officina. Ma l'entusiasmo non cala e quindi si va avanti fino ad arrivare proprio alla produzione di esemplari come questo. Una serie limitata di 500 moto per tutto il mondo con un listino che potrebbe far sobbalzare sulla sedia i più ma non certo i cultori e gli amanti del marchio MV Agusta. La maggior parte degli esemplari costruiti sono stati riservati, ancora prima della presentazione ufficiale, ai collezionisti e possessori di moto del marchio MV: quel poco che resta, tuttavia, si può ancora prenotare...

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Ovviamente per la Superveloce 1000 tutto è stato pensato e concepito per dare risultati ai massimi livelli: sono ben 41 le parti realizzate completamente in fibra di carbonio e includono particolari come il paracatena oppure tutto il sistema che contiene il cruscotto, il paracalore del terminale di scarico e la carenatura.
Le ali, ormai immancabili nelle moto moderne ma, in questo caso addirittura ispirate alle moto da GP che MV Agusta schierava negli anni '70, aiutano la moto a penetrare l'aria in modo decisamente efficace, con coefficienti Cx e Cz, quello relativo al carico verticale, eccellenti. Al posteriore, invece, troviamo un piccolo alettone che, a quanto pare, serva a creare fastidiose turbolenze alle moto che seguono la Superveloce...

Che cosa batte sotto la splendida livrea: è il potente quattro cilindri a quattro valvole per cilindro (in titanio) in linea che eroga infatti 208 CV a 13.000 giri con una coppia massima di 116,5 Nm a 11.000 giri che può arrivare a girare fino a 14.000 giri.


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L’elettronica è ovviamente stata studiata nei particolari: il controllo di trazione che è, volendo, disinseribile prevede addirittura otto livelli tra cui scegliere. Poi c'è il controllo dell’impennata, anche questo disinseribile e che lavora insieme al Launch Control, che tiene la moto in orizzontale al fine di ottenere la miglior accelerazione possibile. Le modalità di guida sono quattro, tre preimpostate e una personalizzabile, e vanno ad agire sull'apertura del gas, sulla coppia e sulla risposta generale del motore e sull'impostazione delle sospensioni elettroniche. Il cambio è del tipo elettronico e agisce sia in ripresa sia in scalata delle marce.

La ciclistica prevede il "solito" telaio tubolare su cui si inseriscono varie piastre e il forcellone a braccio unico, il tutto in alluminio. Per le sospensioni si è pensato a un kit Ölhins con davanti una forcella a steli rovesciati da 43 mm, con escursione di 120 mm, completamente regolabile mentre, per quanto riguarda la parte posteriore, troviamo un mono-ammortizzatore da 36 mm, con escursione di 120 mm, anche in questo caso completamente regolabile elettronicamente. C'è anche un ammortizzatore di sterzo Öhlins elettronico, regolabile elettronicamente o manualmente, a scelta del pilota.

Per quanto riguarda i freni abbiamo un impianto Brembo con pinze radiali della serie 
Stylema a 4 pistoncini, con dischi anteriori da 320 mm.
 Pirelli ha invece preparato una serie speciale di pneumatici dei suoi Diablo Supercorsa SP V4 dotati di uno speciale profilo rosso.

Da dietro spiuccano i quattro tubi di scarico "a canne d'organo" marchiati Akrapovic, un tributo alla F4 750 Serie Oro così come i magnifici cerchi a cinque razze a stella con raggi rossi, una rivisitazione proprio di quelli che esordirono su quella moto.
Per finire c'è da notare la cintura in pelle che corre lungo il serbatoio: l'ennesimo tocco di classe su una moto praticamente perfetta e di una bellezza difficilmente eguagliabile.

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