Visto che entriamo nel secondo anno di vita credo sia il momento giusto per fare gli auguri a tutti voi e anche a noi della redazione. Un 2017 che si apre carico di aspettative e dei (soliti) buoni propositi da parte di tutti ma anche con le solite cattive abitudini da parte di chi governa la Cosa Pubblica che, puntuale come un orologio atomico, allo scadere del primo secondo del nuovo anno fa intervenire subito tutta una serie di rincari che, guarda caso, colpiscono chi si muove con mezzi propri e non. Infatti come avrete tutti saputo anche questo primo gennaio ha visto un aumento delle tariffe autostradali come accade da quando il nostro povero Paese possiede tali vie di scorrimento: è una cattiva consuetudine che caratterizza in modo trasversale ogni tipologia di accozzaglia politica e politicante che finge di portare avanti le sorti dell'Italia, indipendentemente dal numero di partecipanti e dal loro colore.

Negli ultimi cinquant'anni si sono avvicendati politici di livello e sedicenti politicanti ma tutti, nessuno escluso, ha fatto ricorso ai mezzucci subdoli degli aumenti di mezzanotte e nel bel mezzo delle festività, di fine anno oppure estive non ha importanza; quello che tupisce è la grettezza e la poca lungimiranza che questi soggetti dimostrano con le loro azioni. L'incremento medio delle tariffe autostradali si aggira intorno allo 0,70%, perché monitorato anche dagli organi di controllo europei. Diverso è l'atteggiamento che chi amministra rivolge a strutture anche parzialmente private dove il gioco delle tre carte è assolutamente permesso, a volte anche sollecitato: parliamo di autostrade nuove come la famosa BreBeMi e la Tangenziale Esterna, due opere che in Lombardia hanno fatto molto parlare di sé e che hanno subito stabilito il record di costo per la loro realizzazione e, di conseguenza, per il loro utilizzo. Sono in effetti ridicoli i numeri dei veicoli che transitano su questi due tratti di asfalto che avrebbero dovuto alleggerire il traffico della A4, la Torino – Trieste che, nella tratta tra Milano e Brescia è da sempre affollata dai mezzi pesanti. È ovvio tuttavia che se il pedaggio è più del doppio rispetto alla buona vecchia e sovraffollata A4 chiunque preferisce farsi un po' di coda ma spendere meno.
E allora che si fa? In barba a tutte le leggi di mercato, di marketing, di strategia commerciale che si imparava anche alle scuole di avviamento al lavoro oppure ai corsi di economia domestica, i nostri prodi condottieri – gente (forse) laureata e piena di master e riconoscimenti – invece di incentivare l'uso di queste nuove infrastrutture ne aumentano i pedaggi con rincari dell'8% o più, così giusto perché si deve fare.
Potremmo fare lo stesso discorso con i carburanti che sono rimasti un tempo infinito ricavati da un petrolio con il costo al barile inferiore a quello del vino in cartone senza subire il minimo ribasso per poi venire subito di nuovo rincarati alle prime avvisaglie di aumento del prezzo del barile. Ci asteniamo perché non vogliamo diventare troppo populisti e passare per qualunquisti dell'ultima ora.
Continueremo ahinoi ad amare i motori e a subire le vessazioni di pochi eletti (eletti?) che decidono le sorti di molti, di tutti e continueremo come nell'ultimo mezzo secolo a ritrovarci oggetti indesiderabili che tentano di infilarsi nei pertugi meno nobili, che ci piaccia o no.

Buon anno da AutoMotoFoto!