©amf 2017 Traffico sull'autostrada

Il grande scandalo è apparso quando si è scoperto, negli Stati Uniti, che alcuni modelli prodotti da Volkswagen superavano, e anche di molto, i parametri stabiliti dall'EPA (Environmental Protection Agency – l'ente statunitense preposto al controllo delle emissioni) per un certo tipo di emissioni. Scandalo, gridolini, gente che si copriva la bocca mentre diceva "oooooh" come se il colosso tedesco fosse stato l'unico ad avere dei panni sporchi da lavare. Qualche tempo dopo, infatti, arrivava la notizia che anche alcune auto, torinesi nel corpo ma olandesi nell'anima, sarebbero state messe sotto accusa per il loro non essere pure come dichiarato.

Anche alcuni modelli di Jeep, marchio icona dell'automobilismo yankee, pare avessero implementato un software illegale che avesse "aggiustato" i valori su oltre 100 mila motori diesel consegnati. Da allora si è scatenata un po' la caccia al duro e puro delle emissioni, da entrambe le sponde dell'oceano e, lo scorso gennaio, addirittura in casa propria, la Francia, anche Renault veniva accusata di aver "taroccato" i dati sulle emissioni dei suoi motori diesel.

Il punto dolente sta nei valori di (mono- e bi-) ossido di azoto (NOx) molto più restrittivi negli USA (40 milligrammi al chilometro) rispetto alla UE (78 mg/km) per quanto rigarda i diesel immatricolati nel quarto trimestre 2014; tali valori sarebbero stati aumentati dal software illecito installato sui veicoli in vendita al fine di garantire migliori prestazioni alle vetture, a differenza di quello dichiarato, installato e testato al momento dell'omologazione dei vari modelli. La regola è che se l'EPA dovesse verificare che un'auto impieghi un software che differisce da quello omologato verrebbe subito marchiata come veicolo difettoso, quindi non idoneo alla circolazione. È quello che, in poche parole, è accaduto ai modelli Volkswagen a fine 2015. La stessa casa di Wolfsburg, messa alle strette dopo i numerosi controlli, ha dovuto ammettere il fattaccio e da lì sono partite tutte le azioni per riportare alla legalità le 600 mila vetture presenti sul mercato USA e le sanzioni conseguenti. È noto che sia VW sia i suoi azionisti (tra i quali Porsche SA) hanno subito deciso di accantonare cifre importanti da destinare al pagamento della multarella da 2oltre 20 miliardi di dollari...

Dato che negli Stati Uniti le vetture a gasolio rappresentano solo il 2% del totale, al contrario di quanto avviene in Europa e, come abbiamo visto nel nostro articolo "Quale auto compriamo in Italia", non è difficile capire che anche tutti gli altri produttori si siano trovati nel mirino dell'EPA: infatti moltissimi test condotti su auto in circolazione hanno restituito valori decisamente lontani da quelli che l'EPA aveva nei propri database evidenziando così una tendenza diffusa a "taroccare" il software sulle vetture di produzione e vendita al pubblico. I marchi meno virtuosi si sono rivelati Renault-Nissan (con valori addirittura fino a dieci volte superiori alla soglia massima consentita) seguiti proprio da Fiat Chrysler (con i brand Fiat e Jeep). Alla fine, i valori delle auto del gruppo VW sono risultati tra quelli più virtuosi (insieme a BMW), il che è tutto dire se pensiamo che tutto è stato scatenato a causa loro.

Chiarissimo il grafico che segue, pubblicato da The Economist (testata nel board della quale siede anche il signor Elkann) con i dati rilevati da ICCT, dove si evincono i tremendi divari tra i valori di emissioni dichiarate e quelli rilevati, per i vari brand in circolazione (non per nulla dal titolo esplicito "Missing by miles", lontani miglia dalla verità...).

Emissioni tarocche ©The Economist

Ricordiamo che stiamo parlando delle emissioni che riguardano solo i valori di NOx, senza tenere conto di quelle più nefaste relativi alle polveri sottili e al monossido di carbonio. Morale: i politicanti, anche del nostro italico paese a partire dai sindaci delle grandi città, si dannano l'anima per farci credere che tengono alla nostra salute quando poi se ne impipano bellamente abbassando il capo al volere delle case automobilistiche e della lobby petrolifera.