La storia si ripete ma, almeno nel bel Paese, nulla cambia. Tutto si trasforma, dicono, ma qui per certi argomenti tutto resta uguale e sedimenta, al punto che non ci facciamo nemmeno più caso a quanto ci prendono in giro (per usare un francesismo potremmo dire che si parla proprio di PPIC, la solita vecchia presa per il culo.)

Parlo del mondo dei motori, dell'auto in particolare, dove tutto resta sempre fermo ai voleri di pochi, eletti e non, che governano questo settore economico come pare e piace a loro, senza tenere mai conto del volere di chi, questo comparto economico, lo manda avanti: i compratori e utilizzatori.

 

Si parla e si parla tanto ma nessuno dice mai che l'auto rappresenta il 18% delle entrate fiscali di questo Stato. Il settore, quasi ucciso dalla crisi sanitaria ancora in corso, avrebbe bisogno – anzi ha bisogno di una spinta, di un supporto vero. E allora perché, ad esempio, non promuovere qualche iniziativa che ci riporti in linea con i Paesi più evoluti, gli altri componenti dell'Unione Europea, nei quali l'auto è stata cancellata dai beni da demonizzare già da molto, moltissimo tempo?

Siamo l'unico Paese che fissa una quota di deducibilità delle vetture sia in conto capitale sia per quanto riguarda l'IVA. Perché? Perché quei signori che ci governano (si fa per dire) non capiscono che oltre a rubare il 90% del costo dei carburanti con le loro assurde accise (a proposito mi sembra di ricordare che ci fu un certo Capitano che in campagna elettorale promise la loro parziale cancellazione ma, si sa come finiscono queste cose: passata la festa gabbato lu Santo...) è illogico, immorale e forse anche antcostituzionale il trattamento fiscale che ci riservano a proposito delle nostre auto (o moto, o furgni, o mezzi di trasporto in generale).

Un po' di storia recente
Ci fu un tempo in cui se acquistavi un'auto sopra i 2 litri di cilindrata eri tenuti a pagare il 38% di IVA. L'allora Comunità Europea minacciò per anni sanzioni fino ad applicarle davvero. Il governo italiano recepiva le sanzioni e le pagava, guadagnandoci comunque alle spalle dei cittadini. Venne un momento in cui tuttavia dovettero cancellare la doppia IVA, perché rappresentava una sorta di concorrenza sleale ai danni dei produttori di auto stranieri (soprattutto tedeschi).
Lo Stato, attraverso i suoi burocrati geniali, non si perse d'animo e contenstualmente alla riduzione dell'Imposta sul Valore Aggiunto introdusse una tassa di immatricolazione sulle vetture di lusso, guarda caso di cilindrata superiore ai due litri: prima di 10 e poi di 5 milioni di lire (rispettivamente 5.164 e 2582 Euro), fino a un nuovo intervento della CE.

Ora siamo alle solite. In Francia, in Germania, nei Paesei Bassi, solo per fare degli esempi, le autovetture sono deducibili al 100%, così come lo è l'imposta relativa. Da noi si aggira tutto intorno al 40% con tutta una serie di clausole che prevedono l'indeducibilità del 3,67% se utilizzi la macchina per andare a fare la spesa di martedì pomeriggio, valore che sale al 7,12% se questo accade tra il venerdì e il sabato. Non parliamo poi se si utilizza l'auto di domenica: allora si verrà penalizzati pagando una quota maggiorata anche sui contributi da versare all'Istituto di Previdenza con un obolo per gli orfani dei Parlamentari, da versare con un bollettino postale a parte entro e non oltre il sessantesimo giorno dall'infrazione, pena l'aggravio del 513% della sanzione stessa.

Abbiamo le autostrade più care del pianeta, quelle dove crollano i ponti e spesso sono praticabili agevolmente solo se si possiede un Hummer di tipo militare, viste le condizioni del manto stradale. Paghiamo i carburanti come se fossero risorse extraterrestri, gravate da costi di trasporto interstellari. Siamo l'unico Paese al mondo dove dei signori (spesso delle signore sovrappeso devasatate dalla vita coniugale) vestiti come dei ferrovieri in congedo impazzano per le strade cittadine elevando contravvenzioni per divieto di sosta senza un minimo di ragionevolezza oppure, ancora, dove i verbali di infrazione arrivano a casa da località sconosciute senza che il sanzionato possa dire la sua e avere la prova provata dell'infrazione commessa:
– "Sì certo che abbiamo la foto che laritrae mentre sfrecciava a 71 km all'ora in autostrada di domenica mattina laddove c'era un limite temporaneo mal segnalato di 60. Può venire a vederla nella stazione della polizia locale, qui a Corigliano Calabro in ogni momento."
– Ma io sono di Udine...
– "Sì organizzi, noi l'aspettiamo."

I nomi dei luoghi sono riportati a caso ma è questa la realtà dei fatti.

Parliamo ora di Covid-19 e delle sue emergenze.
Adesso è emergenza da quasi un trimestre. Il governo annuncia, senza che nessuno glielo abbia chiesto, aiuti a destra e a manca. Poveri lavoratori in cassa integrazione, poveri professionisti senza più lavoro, povere aziende senza clienti e fatturato. Ma, perché no?, poveri lavoratori in nero che adesso come faranno?
Ci si sente davvero presi per i fondelli. Comunque torniamo al punto: aiuti per tutti, ovviamente in proporzione. E allora, mentre il piccolo imprenditore viene vessato come al solito dalla propria associazione a delinquere, ehm scusate volevo dire banca, per ottenere un prestito garantito al 100% dall Stato Italiano, ecco che in base alla proporzionalità arrivano belli belli quelli di FCA (un'azienda Olandese con sede fiscale in Inghilterra) che chiede un prestituccio di 6,3 MILIARDI di Euro, garantiti dallo Stato.
Qualcuno ha provato a fare una levata di scudi contro questa richiesta ma si sa che quelli di Torino – perché ancora vivono e gozzovigliano lì – sono abili nei ricatti, ehm volevo dire trattative, con lo Stato e se non riceveranno quegli aiuti come potranno mantere quei 60 mila posti di lavoro nel nostro bel Pese?

Il punto è questo: perché mai non si può una volta per tutte fare un ricorso congiunto alla Corte Europea affinché prenda in cosiderazione questo mondo che tanto vale per le borse dello Stato italiano affinché ponga fine a queste malversazioni? Perché, non dico i produttori ma almeno le loro reti di vendita non si uniscono in una class action seria e definitiva?

Chi se ne frega se quello che può comprarsi una Lamborghini o una Ferrari da qualche centinaio di migliai di Euro (per non parlare dei modelli milionari) possono dedurre un costo maggiore di colui che può dedursi solo il costo di una Panda? I primi avranno versato nelle casse statali tanta IVA da far impallidire chiunque, quindi che problema c'è? Perché abbiamo uno Stato ladrone e bulimico che fa sempre e solo gli interessi suoi e dei pochi che fanno razza con lui?